Chi definisce la pornografia? In questi giorni, è Facebook.

da: https://www.washingtonpost.com/news/in-theory/wp/2016/05/25/who-defines-pornography-these-days-its-facebook/

Di Jillian C. York
Jillian C. York è una scrittrice e attivista il cui lavoro interseca tecnologia e politica.

Nel caso del 1964 Jacobellis contro Ohio – che discuteva se lo stato dell’Ohio potesse vietare la proiezione di un film che aveva ritenuto osceno – il giudice della Corte Suprema Potter Stewart definì emblematicamente la pornografia hardcore, un genere non costituzionalmente protetto, dicendo: “La riconosco quando la vedo. ” Il film in questione, ha aggiunto, non lo era. . Meno di dieci anni dopo, nel caso Miller contro California, la Corte Suprema ha messo a punto un sistema giuridico a tripla verifica per decidere se una cosa fosse oscena – chiamato il test di Miller – basato su ciò che una persona normale trova offensivo.
Il problema dell’applicazione efficace di questi standard alla pornografia su Internet, anche al di fuori di un contesto giuridico, è il modo in cui il cyberspazio è governato. Oggi gli spazi in cui interagiamo online sono in gran parte controllati da società che in linea di massima non si basano su qualcosa che somigli al test di Miller, ma più sul vecchio standard di Stewart “La riconosco quando la vedo”. Come ha affermato Rebecca MacKinnon, questi “sovrani del cyberspazio” non eletti operano senza dover rendere conto a nessuno, e spesso con poco rispetto per le libertà che abbiamo duramente conquistato. Continua a leggere “Chi definisce la pornografia? In questi giorni, è Facebook.”

La vittoria del matrimonio gay non riguarda l’uguaglianza

originale qui, traduzione di Agnes Nutter e feminoska, revisione di Jinny Dalloway. Buona lettura!

L’attivista queer Yasmin Nair sostiene che la lotta per il matrimonio gay sia stata guidata da un movimento elitario e conservatore – 26 giugno 2015

La dott. Yasmin Nair è una scrittrice, attivista, accademica e commentatrice freelance di Chicago. È co-fondatrice del collettivo editoriale Against Equality (“Contro l’uguaglianza”) e componente di Gender JUST, un’organizzazione di attivismo radicale di base di Chicago. Figlia bastarda della teoria queer e del decostruzionismo, Nair ha al suo attivo numerosi saggi critici e recensioni editoriali, è fotografa e scrive come opinionista e giornalista investigativa. Ha pubblicato, tra gli altri, su These Times, Montlhy Review, The Awl, The Chicago Reader, GLQ, The Progressive, make/shift, Time Out Chicago, The Bilerico Project, Windy City Times, Bitch, Maximum Rock’n’Roll, e No More Potlucks. Continua a leggere “La vittoria del matrimonio gay non riguarda l’uguaglianza”

Stronzate che le femministe bianche devono smettere di fare

Stronzate che le femministe bianche devono smettere di fare

tr.it. Agnes Nutter e Nicole Siri

Sono una femminista bianca(*), e lasciate che vi dica una cosa: il femminismo bianco fa schifo. È esclusivo, oppressivo, e contribuisce a marginalizzare ulteriormente le persone su cui la misoginia ha maggiore impatto. Sfortunatamente, il femminismo bianco è anche la norma femminista in occidente, il che significa che le femministe bianche hanno gli spazi più ampi, il maggiore accesso a media e risorse, e sono generalmente considerate La Voce del Femminismo. In teoria, qualcun* che fosse davvero interessat* all’eguaglianza (equality) userebbe questi strumenti per dare più voce alle donne di colore. In pratica, la supremazia bianca è un problema reale e le femministe bianche sembrano spesso dimenticare che il loro privilegio di razza rende facilissimo calpestare le donne di colore mentre lavorano per smantellare il patriarcato.

Quindi, in onore della Giornata Internazionale delle Donne, ecco una lista non esaustiva delle Stronzate che le Femministe Bianche Devono Smettere di Fare: Continua a leggere “Stronzate che le femministe bianche devono smettere di fare”

Sulla satira – di Joe Sacco

Questa vignetta è già comparsa sul n. 1085 di Internazionale (quello col meraviglioso reportage a fumetti di Zerocalcare dal confine Turco-Siriano) tradotta da, credo, Marina Astrologo.

Quella che riporto qui sotto è invece la versione che ne avevamo fatto io e Jinny Dalloway giusto il giorno prima dell’uscita di Internazionale in edicola. Ci dispiaceva aver lavorato “per niente” e quindi la proponiamo comunque. Buona lettura!

joesacco

Thinking Sex – Pensare il sesso, di Gayle Rubin

Pensare il sesso: note per una teoria radicale sulle politiche della sessualità 1 – testo integrale in inglese visibile qui in formato pdf

di Gayle S. Rubin
(tr. it. Agnes Nutter)

Le guerre del sesso.
È ora di pensare al sesso. Per alcuni, la sessualità potrà sembrare un argomento poco importante, una frivola digressione dai ben più critici problemi della povertà, della guerra, delle malattie, del razzismo, della fame, o dell’annientamento nucleare. Ma è proprio in periodi come questo, quando si convive con l’idea di un’impensabile distruzione, che le persone sono più propense a diventare pericolosamente fanatiche verso la sessualità. […] Le dispute sul comportamento sessuale divengono spesso il veicolo per rimpiazzare delle ansie sociali e liberarne la conseguente carica emotiva. Ne consegue che la sessualità dovrebbe venir trattata con particolare riguardo in periodi di profondo turbamento sociale.[…] L’opposizione della Destra all’educazione sessuale, all’omosessualità, alla pornografia, all’aborto, e al sesso prematrimoniale si è spostata dalle estreme periferie ad un ruolo di primo piano dopo il 1977, quando gli strateghi e i crociati della destra scoprirono che questi argomenti coinvolgevano le masse. La reazione al sesso giocò un ruolo significativo nel successo elettorale della Destra nel 1980. […] L’Emendamento sui Pari Diritti venne sconfitto, passarono per legge nuove restrizioni sull’aborto, e i fondi per programmi quali Genitorialità Programmata e per l’educazione sessuale vennero decurtati. Vennero promulgate leggi e regolamenti per rendere molto più difficile alle adolescenti accedere alla contraccezione o all’aborto. Si sferrarono con successo violenti attacchi sessuofobici contro il Programma di Studi delle Donne all’Università Statale della California di Long Beach. La più ambiziosa proposta legislativa della Destra è stata la Legge per la Protezione della Famiglia2, introdotta dal Congresso nel 1979. Questa legge è un attacco generalizzato al femminismo, all’omosessualità, alle famiglie non tradizionali e alla privacy sessuale degli adolescenti. La FPA non è passata e probabilmente non passerà, ma i conservatori al Congresso continuano a seguirne il programma. […] In questo saggio, propongo degli elementi per una cornice descrittiva e concettuale di pensiero intorno al sesso e alle sue politiche. Spero di riuscire a contribuire all’urgente obiettivo di creazione di un corpus di pensiero sul sesso che sia rigoroso, umano e genuinamente liberatorio.


Pensieri sul sesso
Una teoria radicale del sesso deve identificare, descrivere, spiegare e denunciare le ingiustizie e le oppressioni sessuali, e ha bisogno di raffinati strumenti concettuali per capire il tema e porlo in evidenza. Deve costruire ampie descrizioni della sessualità così come essa è nella società e nella storia, e richiede un linguaggio critico convincente che illustri la barbarie delle persecuzioni sessuali. Diverse persistenti caratteristiche del pensiero sul sesso inibiscono lo sviluppo di tale teoria. Questi presupposti sono così pervasivi nella cultura occidentale da venire raramente messi in dubbio. Tendono perciò a ricomparire in diversi contesti politici, acquisendo nuove forme retoriche ma riproducendo gli stessi assiomi di base. Uno di questi assiomi è l’essenzialismo sessuale, l’idea secondo la quale il sesso è una forza naturale che esiste a prescindere dalla vita sociale e che dà forma alle istituzioni. L’essenzialismo sessuale è parte intrinseca della cultura popolare occidentale, che considera il sesso eternamente immutabile, asociale, e trans-storico. Lo studio accademico del sesso, dominato per oltre un secolo da medicina, psicologia e psichiatria, ha riprodotto l’essenzialismo. […] All’interno di queste categorie etnoscientifiche, però, la sessualità non ha storia né una significativa determinatezza sociale. […]
La storia della sessualità di Michel Foucault è stata l’opera più importante ed emblematica del nuovo pensiero scientifico sul sesso. Foucault critica la concezione tradizionale del sesso come una naturale libido che brama di liberarsi dalle catene sociali e ipotizza che il desiderio non sia un’entità biologica predeterminata ma che piuttosto si sia costituito nel corso di pratiche sociali ben specifiche, enfatizzando gli aspetti generativi dell’organizzazione sociale del sesso piuttosto che i suoi elementi repressivi e segnalando la continua formazione di nuove forme di sessualità. Sottolinea inoltre la rilevante discontinuità tra la sessualità basata sul sistema di parentela e le sue forme più moderne. La nuova scuola di pensiero sui comportamenti sessuali ha dato al sesso una storia e ha creato un costruttivismo alternativo al sostanzialismo sessuale. Sottolineare questo corpus di lavoro significa presumere che la sessualità sia costituita socialmente e storicamente, e che non sia biologicamente fondata. Ciò non significa che le capacità biologiche non siano prerequisiti della sessualità umana, ma che essa non è comprensibile in termini puramente biologici. […] Così com’è impossibile pensare con chiarezza alle politiche di razza e di genere finché queste verranno pensate come entità biologiche piuttosto che come costrutti sociali, la sessualità sarà inaccessibile all’analisi politica finché verrà concepita come un fenomeno biologico o un aspetto della psicologia individuale. La sessualità è un prodotto umano tanto quanto lo sono le diete, i mezzi di trasporto, i sistemi di classificazione, le forme di lavoro, i tipi di intrattenimento, i processi di produzione e i modi di oppressione. Una volta che il sesso viene letto in termini di analisi sociale e comprensione storica, diventa possibile una nuova politica del sesso. […] A causa dell’enfasi posta sul modo in cui la sessualità è prodotta, Foucault si è reso vulnerabile ad interpretazioni che negano o minimizzano la realtà della repressione sessuale in senso prettamente politico. Tuttavia, Foucault rende abbondantemente chiaro di non negare tanto l’oppressione sessuale ma piuttosto di volerla inscrivere in una dinamica più ampia. La sessualità nella società occidentale si è strutturata all’interno di una cornice estremamente punitiva, ed è stato oggetto di veri e propri controlli sia formali che informali. […] Le società occidentali moderne valutano gli atti sessuali secondo un sistema gerarchico di valori. Gli eterosessuali coniugati e riproduttivi sono in cima alla piramide sessuale. Al di sotto della cima, strepitanti attenzione, si trovano gli eterosessuali monogami non sposati ma in coppia, seguiti dalla maggior parte degli altri eterosessuali. L’autoerotismo fluttua in modo ambiguo. Lo stigma ottocentesco sulla masturbazione persiste in forme meno potenti ma alterate […] Le coppie gay e lesbiche di lungo corso stanno facendosi strada verso la rispettabilità, ma le lesbiche da bar e i gay promiscui stazionano appena sopra i gruppi alle estremità di questa piramide. Le più disprezzate caste sessuali includono attualmente i transessuali, i travestiti, i feticisti, i sadomasochisti, i sex worker3 come prostitute e attori porno, e i più in basso di tutti: chi trasgredisce alle norme che precludono il sesso intergenerazionale. Gli individui i cui comportamenti sono apicali in questa gerarchia sono premiati con una sanità mentale certificata, rispettabilità, legalità, mobilità sociale e fisica, supporto istituzionale e benefici materiali. Più i comportamenti e le occupazioni sessuali scendono lungo questa scala, più gli individui che li praticano sono soggetti a dubbi circa la loro salute mentale, pessima reputazione, comportamenti criminali, ad una ridotta mobilità sociale e fisica, ad una perdita di supporto istituzionale e a sanzioni economiche. […] L’intensità di questo stigma è radicato nelle tradizioni religiose occidentali, ma perlopiù il suo contenuto contemporaneo deriva dalla stigmatizzazione medica e psichiatrica. […] La sezione sui disordini psicosessuali nel Diagnostic and Statistical Manual of
Mental and Physical Disorders4 dell’Associazione Psichiatrica Americana (APA) è una mappa abbastanza affidabile dell’attuale gerarchia morale delle attività sessuali. La lista dell’APA è molto più elaborata delle tradizionali condanne della prostituzione, della sodomia e dell’adulterio. L’edizione più recente, il DSM-III5, ha rimosso l’omosessualità dall’elenco dei disordini mentali dopo una lunga lotta politica, ma il feticismo, il sadismo, il masochismo, la transessualità, il travestitismo, l’esibizionismo, il voyeurismo e la pedofilia sono ancora fermamente radicati come disfunzioni psicologiche. Vengono scritti in continuazione libri sulla genesi, l’eziologia, il trattamento e la cura per queste numerose “patologie”. La condanna psichiatrica dei comportamenti sessuali invoca concetti di inferiorità mentale ed emotiva al posto delle categorie di peccato sessuale. Le pratiche sessuali di basso rango vengono denigrate come malattie mentali o sintomi di un’integrazione deficitaria della personalità. […] Tutti questi modelli presuppongono una teoria-domino del pericolo sessuale. La linea di demarcazione che sembra separare l’ordine sessuale dal caos descrive una paura precisa: che se qualsiasi cosa potesse mai attraversare questa zona sessuale demilitarizzata, la barriera contro le sessualità sinistre crollerebbe e qualcosa di innominabile la attraverserebbe di soppiatto. […] Questo tipo di moralità sessuale ha più elementi in comune con le ideologie razziste che con la vera etica. Garantisce la virtù al gruppo dominante, e relega i vizi ai non privilegiati. Una moralità democratica dovrebbe giudicare gli atti sessuali per il rapporto che intercorre tra i partner, il livello di mutua considerazione, la presenza o assenza di coercizione e la quantità e qualità del piacere che forniscono. Che gli atti sessuali siano gay o etero, di coppia o in gruppo, nudi o in biancheria intima, mercenari o gratuiti, con o senza riprese video, non dovrebbe riguardare l’etica. […]
Una delle più tenaci idee circa il sesso è che ci sia un modo migliore per farlo, e che ognuno dovrebbe farlo in quel modo. […] Molte persone confondono le proprie preferenze sessuali con un sistema di valori universale che funziona o dovrebbe funzionare per chiunque. L’idea di un unico modello di sessualità caratterizza la maggior parte dei sistemi di pensiero sul sesso. […] Sebbene il contenuto vari, il modello di uno standard sessuale unico viene continuamente ricostituito all’interno di altre cornici retoriche, inclusi il femminismo e il socialismo. È offensivo insistere che tutti dovrebbero essere lesbiche, non monogami o perversi, tanto quanto lo è credere che tutti dovrebbero essere eterosessuali, sposati e vanilla6 – sebbene quest’ultima serie di opinioni siano sostenute da un potere coercitivo ben più forte delle prime. […]
Continua a leggere “Thinking Sex – Pensare il sesso, di Gayle Rubin”

Premio traduzione sezione di anglistica del X Festival di Poesia Civile, città di Vercelli

Da quattro anni, l’Università del Piemonte Orientale in collaborazione con l’associazione culturale Il Ponte offre agli iscritti di Lingue dell’ateneo la possibilità di cimentarsi con la traduzione in italiano di un testo poetico inedito in Italia.

Pubblico qui di seguito le traduzioni vincitrici delle due sezioni di anglistica: quella inglese a cura di Sara Olivieri e quella anglo-americana a cura di Elena Mazzetto (entrambe già vincitrici della terza edizione del concorso nella medesima sezione).

Poesia in cui un drone guarda un dibattito presidenziale statunitense da un Travelodge sulla M18 vicino a Doncaster.
Di Harry Giles
traduzione: Sara Olivieri

Uno di questi uomini le metterà il dito sul bottone.
Lei infila un sensore dentro a un sacchetto di Doritos e chiude

quegli occhi sconcertanti, massaggia il telecomando: mette il muto,
toglie il muto, mette il muto. Quest’uomo mente. Quest’uomo

non legge un romanzo da quattro anni. Lei
lo può dire. La faccia di quest’uomo è fatta di gomma

di fluoro-silicone, lucida sotto i riflettori dello studio. Lei s’immagina
gli serva un cambio d’olio. Lei lo può dire. Quest’uomo indossa

una maglietta di He-Man a letto. Ha con sé il portapranzi dei Thundercats.
Si prepara da solo i panini. Non si sceglie

la cravatta. Quest’uomo non può guardare una pistola senza piangere.
Quest’uomo è una puttana. I suoi denti brulicano

di nanorobot. Splendono come una fila di croci bianche.
Come una pioggia radioattiva. Il drone apre e chiude la sua scheda di voto.

 

Tu Do Street
Di Yusef Komunyakaa
(tr. it. di Elena Mazzetto)

La musica divide la sera.
Chiudo gli occhi & vedo
uomini tracciare linee nella polvere.
L’America s’insinua nella membrana
di foschia & fumo, & io sono un bambino
di nuovo a Bogalusa. Scritte
“Solo bianchi” & Hank Snow. Ma stasera
vado in un posto dove le ragazze del bar
svaniscono come uccelli tropicali. Quando
ordino una birra, la mama-san
dietro al bancone finge
di non capire scansando
con gli occhi le facce bianche, mentre Hank Williams
strilla dal jukebox psichedelico.
Abbiamo recitato Giuda ma
solo i colpi di mitragliatrice ci tengono
insieme. Per strada
anche i soldati neri stanno all’erta.
Un divieto d’accesso mi attira
più dentro ai vicoli, mentre cerco
dolcezza dietro queste voci
ferite da bellezza & guerra.
Là nella giungla a Dak To
& Khe Sahn, abbiamo combattuto
i fratelli di queste donne
che ora corriamo a tenere tra le braccia.
C’è più di una nazione
dentro di noi, quando soldati
bianchi & neri toccano le stesse amanti
a pochi minuti di distanza, assaggiando
il fiato gli uni degli altri,
senza sapere che queste stanze
corrono una nell’altra come un tunnel
diretto all’inferno.